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Isola Polvese
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- Scritto da Manuel
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Avevamo già visitato il lago Trasimeno e l'isola Maggiore. Questa volta decidiamo di tornare in questa bellissima zona dell'Umbria per visistare l'altra isola, la Polvese, più selvaggia e incontaminata.
Partiamo da San Feliciano con il traghetto, dal costo di 6 euro per andata e ritorno, bambini sotto i 6 anni non paganti (non ricordo esattamente l'età ma i miei non hanno pagato). Il tragitto è brevissimo, 15 minuti al massimo e si arriva all'isola Polvese. Una volta scesi dal traghetto si possono scegliere itinerari diversi, tutti collegati tra di loro viste le dimensioni ridotte dell'isola, che è completamente visitabile a piedi in una giornata e con molta calma.
Verso sinistra ci sono le rovine del castello che serviva più che altro alla difesa degli isolani, visto che non ci sono stanze o locali visitabili ma solo la cinta muraria.
Continuando a camminare in pianura, costeggiando le rive del lago, si arriva dopo 20 minuti di cammino ad una scalinata che porta in cima ad una collineta dove c'è il monastero di San Secondo, anche se ormai dell'originale ci sono solo dei resti e la parte più moderna è in fase di ristrutturazione. Di fronte al monastero una riproduzione dell'isola in miniatura.
Continuando sul sentiero di sinistra, pianeggiante, si arriva all'ostello, dove potrete rifocillarvi se non avete il pranzo al sacco o dormire. Sempre tenendo la sinistra e prendendo il sentiero alto, si arriva al giardino delle piante acquatiche, che ahimè era in condizioni pietose, nell'incuria generale. I bambini si sono però divertiti ad osservare le rane che popolavano l'acquitrino.
Da qui si torna alla zona di attracco e volendo continuando sulla sinistra si possono visitare quelle segnate come spiagge. L'isola è stata una piacevole scoperta, rigogliosa di vegetazione di ogni tipo, animali selvatici che qui trovano riparo e tanto senso di pace e tranquillità. Un particolare dell'isola che non potrà sfuggirvi è la presenza massiccia di finocchio selvatico, ma soprattutto degli ulivi. Ce ne sono migliaia di esemplari, tutta l'isola ne è piena.
Tornati a San Feliciano potreste voler visitare il museo della pesca che si trova in fondo alla passeggiata, dal lato opposto dei parcheggi. Il costo è irrisorio e i bambini lo trovarenno sicuramente interessante visto che dovranno partecipare a giochi di vario tipo.
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Commenta (0 Commenti)Antica Monterano
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- Scritto da Manuel
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Da canale monterano prendete la strada a sinistra della chiesa principale, seguite le indicazioni per "Antica Monterano" e poi per "Parcheggio Antica Monterano". La strada è stretta con qualche slargo per consentire il passaggio di macchine che vengono nel senso opposto, ma non temete, è tutta carrabile fino ad un ampio parcheggio dove lasciare la macchina (il secondo, quello con il brecciolino).
Lasciata l'auto e varcato il cancello il sentiero mostra subito le rovine del palazzo baronale, in alto sulla nostra destra, dove è visibile anche l'acquedotto costruito dai romani. Il consiglio è di seguire la sterrata principale e continuare il giro in senso orario per ridiscendere solo dopo sotto l'acquedotto, sulla strada del ritono.
La prima cosa che ci lascia stupiti è la Chiesa di San Bonaventura, progetto del Bernini, forse nota per aver fatto da scenario ad una scena del Marchese del Grillo, con Alberto Sordi. Le rovine della chiesa si trovano in un'ampia radura sotto l'altura dove si trova il Palazzo Baronale. Palazzo anch'esso in rovina e non visitabile se non negli esterni, ma comunque molto suggestivo. Esplorando tutta la zona del palazzo si arriva ad un belvedere che affaccia sulla Tuscia laziale.
Il giro termina passando sotto l'acquedotto e tornando all'inizio dell'anello percorso e da li al parcheggio dell'auto.
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Commenta (0 Commenti)Museo delle auto della Polizia di Stato
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- Scritto da Manuel
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Alla continua ricerca di cose interessanti da far fare ai miei figli, mi imbatto in questo museo della Polizia di Stato, dove in mostra ci sono tantissimi mezzi che hanno fatto parte del loro parco auto. Il primo mezzo che salta all'occhio e che purtroppo non ho fotografato è una vecchissima e rarissima auto in condizioni non ottimali. A farle compagnia una bellissima Alfa Romeo 1900 Super.
L'esposizione è davvero ampia e piena di veicoli, di tutte le epoche, Giulia, Giulietta, 75, fino alla Gallardo. I mezzi non possono essere aperti a meno che non ci sia un poliziotto che vi farà da guida e vi farà avvicinare quanto più possibile ai mezzi, tranne che alla Gallardo.
Di sicuro interesse per i bambini, anche piccini come i miei, essendo meta di gite scolastiche.
Costo del biglietto, 3 euro intero, 1.50euro il ridotto. Gratis per gli agenti di polizia.
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Commenta (0 Commenti)Museo dell'olio della Sabina
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- Scritto da Manuel
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Sempre alla ricerca di posti nuovi da visitare insieme ai miei bambini, stavolta sono finito nella Sabina, a Castelnuovo di Farfa, per visitare il Museo dell'olio della Sabina. Museo molto particolare perchè in un museo gastronomico ci si aspetta anche un assaggio del prodotto, ma questo museo è molto particolare, è più un'opera d'arte moderna che un tuffo nel passato.
Questo non significa che non sia bello ma che può spiazzare. Opere d'arte molto particolari, come il mondo capovolto dell'artista giapponese, o il tronco che girando su se stesso produce delle vibrazioni che un software trasforma in suoni. Insomma tutto molto particolare. Non manca il tornio o la mola, ma di certo non sono loro i principali attori di questa visita, ma l'arte, moderna e particolare.
La visita si conclude nel centro del paese, dove si visita un vecchio forno dove le donne portavano le pagnotte per la cottura, segnandole con la loro sigla per riconoscerle in seguito. Bellissima la chiesa di San Nicola.
Visto il costo accessibile a tutti, 6 euro gli adulti e i bimbi fino a 10 anni gratuito, se vi trovate in zona fateci un salto. L'esperienza è garantita, l'assaggino dell'olio che non c'è lascia un pò l'amaro in bocca.
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Commenta (0 Commenti)Albania - Un paese da scoprire
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- Scritto da Luc
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Anche quest'anno, come sempre, presi dai molti impegni lavorativi e dal poco tempo, abbiamo cercato di organizzare un viaggio che potesse darci il mare e nel contempo farci rilassare. Non è stata una scelta facile, perché nella maggior parte dei casi si parlava di mete turistiche. E quando dici turistico allora parli di luoghi affollati, prezzi esagerati, movida. Niente di quello che cercavamo. Così, forti di un'esperienza non nostra, ci siamo lasciati convincere per l'Albania. Un paese misterioso, perché ai più è conosciuto per i noti fatti di guerra degli scorsi decenni e per non essere esattamente un esempio di civiltà. Quello che abbiamo trovato è una nazione che sta cercando di risollevarsi, che ha tanta strada da fare ma che vuole percorrerla, soprattutto con l'aiuto degli italiani, i cugini dall'altra parte del mare.
Il nostro itinerario prevedeva la traversata Bari-Durazzo in traghetto, con le auto, ed un viaggio che ci avrebbe portato a sud, verso Saranda, quasi al confine con la Grecia.
Arrivati a Durazzo ci siamo diretti nella vicina Golem, dove abbiamo pernottato. Lì sono ancora presenti le torrette bunker da dove venivano controllate le spiaggia e le strade durante la guerra. La cosa singolare è che non sono state distrutte per far spazio a nuove strutture, ma sono rimaste o abbandonate alle intemperie e alla furia del mare e chiuse in mezzo alle costruzioni, come a voler mostrare quello che è stato il passato recente.
Dopo il breve soggiorno, ci siamo incamminati verso Saranda. Un viaggio lungo 6 ore, attraverso quella che è l'unica "autostrada" del paese. In realtà dall'aspetto è simila ad una italianissima strata statale, non illuminata, che passa in mezzo alle montagne, ricca di tornanti e tratti non asfaltati, ma comunque suggestiva nel panorama che la circonda.
Giunti a Saranda intorno alle 16, siamo rimasti stupidi del luogo scelto per trascorrere la settimana. Un piccolo complesso di appartamenti costruito a ridosso del mare, con bar sulla spiaggetta, ombrelloni privati, parcheggio privato e wifi. La cosa più bella era svegliarsi al mattino e ammirare Corfù, a pocho chilometri da noi.
Saranda, rispetto al nord dell'Albania, è sicuramente più turistica e sviluppata. Possiede molti ristoranti di vario genere, la cucina è quasi sempre apprezabile per noi italiani. Si vedono ancora i preconcetti della vecchia civiltà albanese, dettati dal regime comunista o dalla religione musulmana, professata dalla maggioranza. Cibi come la carne di maiale vengono serviti ma c'è qualche difficoltà nel trovare qualche ristorante. Come città di mare va molto il pesce. Mentre il piatto tipico è il capretto al forno. Il tutto, ahimé, povero di condimenti e spezie.
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